Prenotazione On Line


 

La "Via del Sale" ricongiunge idealmente Trapani a Marsala. E' un itinerario naturalistico che costeggia il mare e le saline, da cui emergono i mulini a vento molti dei quali ancora funzionanti. L’area è circondata dalla tipica flora mediterranea che con i magnifici colori dei suoi fiori in primavera raggiunge il suo massimo splendore. In diversi periodi dell'anno si può assistere all’antica attività salinifera (l'estrazione del sale), che si tramanda da generazioni di mastri salinai. Il sale viene raccolto in cumuli, ricoperti con tegole di terracotta che si specchiano nei numerosi canali d’acqua in cui nidificano varietà di uccelli acquatici.
Circondato dalle saline e da una Riserva Naturale, si trova presso Nubia il "Museo del Sale", un antico mulino con casolare ristrutturato che ospita molti attrezzi dell’antico metodo di lavorazione del sale.


Sulla sommità del Monte San Giuliano, in splendida posizione panoramica su Trapani, in silenzio tra le nubi, posa la città di Erice.Popolata dagli elimi che vi eressero il tempio dedicato al culto della dea della fecondità e dell'amore.I successivi dominatori intitolarono il tempio alle loro divinità, così i fenici vi adorarono Tanit-Astarte, i Greci Afrodite, i Romani la Venere Ericina.
Sulle rovine del tempio sorge ancora oggi il Castello di Venere, fortificato durante la dominazione normanna, adiacente ai "giardini del Balio" dominati dalle torri medioevali.
La città è cinta da "mura ciclopiche2 di impianto elimo a cui vertice si collocano: il Castello Normanno; il Duomo o Matrice, che conserva forme gotiche trecentesche originarie, con la torre campanaria; il Quartiere Spagnolo.
Il centro storico presenta un impianto urbanistico tipico medioevale con piazzette, strade strette e sinuose nelle quali si affacciano bellissimi cortili fioriti, e conserva il fascino di antico borgo medioevale animato da botteghe di artigianato tipico: ceramiche, tappeti e dolci.

 

 

Città di origine greca, fondata nella seconda metà del VII sec. a.C., è tra i parchi archeologici più importanti del Mediterraneo con la più straordinaria raccolta di rovine.
Il tempio C è uno dei più antichi esempi di architettura templare dorica esistenti, risalente alla prima metà del VI sec. a.C.
Il tempio E ,il più suggestivo,quasi ricostruito, possedeva alcune metope figurate che ne ornavano la sua parte frontale. Testimonianza dell'antica arte dei selinuntini è l'originale statuetta dell'Efebo.


Seguendo il pendio del Monte Erice, sulle tracce dell'antichissimo popolo degli Elimi, si giunge a Segesta, inserita in un sistema di dolci colline che racchiudono i suoi preziosi gioielli: il Tempio e il Teatro.
Il tempio dorico-siculo del V sec. a.C. sorge intatto e maestoso su un poggio al centro di una suggestiva vallata.
Il teatro greco del II sec. a.C., scavato nella roccia, si affaccia dalla cima del Monte Barbaro.
Un grande Santuario del IV-V sec. a. C. completa il disegno attuale del parco archeologico di Segesta ancora da esplorare, infatti gli scavi, in fase di realizzazione, stanno portando alla luce i resti di quella che fu la sua magneficenza.



E' la prima riserva naturale realizzata in Sicilia, estesa per un tratto di costa quasi incontaminata lungo circa 7 Km. Si caratterizza per la presenza del carrubo, dell'olivastro, della palma nana, del lentisco, di piccoli oliveti e mandorleti, gli stupendi fondali marini ricchi di pesci e per l'alternanza di strapiombi e di calette con grotte (quella dell'Uzzo è stata sede di uno dei primi insediamenti preistorici). Architettonicamente interessanti sono, all'interno della riserva, la Torre e la Tonnarella dell'Uzzo.

 


 

Nell'estrema punta omonima si spiega la spiaggia di San Vito lo Capo, il cui borgo, di tradizione marinara, si è sviluppato intorno all' antica fortezza saracena, successivamente trasformata in santuario dedicato a San Vito.
Oggi l'attività principale è il turismo. Il suo clima, la spiaggia, il mare, le viuzze ornate di fiori, il pesce fresco, i profumi intensi e i suoi panorami, offrono al turista l'occasione per una vacanza indimenticabile

 


Le isole Egadi Favignana, Levanzo e Marettimo, sono lì, di fronte al porto di Trapani, vi si arriva in pochissimi minuti, eppure, non appena giunti si è lontani da tutto immersi in un ambiente ancora incontaminato e di rara bellezza.
Favignana, dominata dal Monte di S.Caterina, dove ogni anno a maggio si ripete il rito antico della pesca del tonno.Accoglie il visitatore con la regalità della Tonnara Florio, esempio di archeologia industriale,e l'eleganza dello stile liberty del Palazzo Florio, e lo affascina con la limpidezza del suo mare e il silenzio delle sue cale: Cala Rossa, Cala Azzurra, Grotta Perciata.
Levanzo è l'isola dai fondali ricchi di testimonianze archeologiche, la cui antichissima origine si scopre nella Grotta del Genovese osservando le pitture neolitiche di 5.000 anni fa.
Chiude il triangolo Marettimo, la più lontana e la più selvaggia, con le sue splendide grotte, i sentieri di montagna offrendo l'occasione di vivere in simbiosi con la natura.



L'antica Cossura di epoca romana, definita da un noto pittore «la perla nera del mediterraneo», ha forma circolare e presenta connotazioni interessanti anche sotto l'aspetto paesaggistico, contrapponendo un mare limpido e cristallino a coste ricche di faraglioni dalle forme strane, insenature e numerose grotte con resti delle antiche civiltà che qui si sono succedute.
Tra tali resti molto conosciuti sono i Sesi, antichissime sepolture megalitiche che testimoniano come fin dalle epoche più remote l'isola fosse abitata e costituisse uno scalo per i navigatori del Mediterraneo.

 


E' il Santuario della Madonna di Trapani,  fondato negli anni 1265 - 1332, dov'è possibile ammirare la statua marmorea; ne fanno parte due Cappelle: quella dei Marinai e quella dei Pescatori. Contiene il tesoro della Madonna - arredi sacri preziosi e donazioni dei fedeli - non visitabile, pitture votive ed ex-voto.
Adiacente a esso il  Museo Pepoli, che conserva una bellissima collezione di opere in corallo.

 

 

 


Fondata dai Fenici intorno al VIII a.C., Mozia è una piccola isola di 45 ettari dal cui sottosuolo affiorano i resti di una antica civiltà ricca e rinomata nel suo tempo per il commercio e la produzione di tessuti tinti color porpora e per la ceramica. Sita nella laguna dello Stagnone, Mozia dovette ben presto fortificare le mura della città essendo in una posizione strategica nel Mediterraneo. Tuttavia questo non bastò a salvarla dall’assalto della flotta di Dionigi di Siracusa che la rase al suolo. Gli abitanti dell'isola furono costretti a spostarsi sulla terraferma nella vicina Lilybeo, l’odierna città di Marsala .Mozia è raggiungibile dal mare con una barca e, con la bassa marea, da una strada subacquea ancora percorribile a 50 cm di profondità, databile al V sec. a.C. L'atmosfera che circonda il visitatore è certamente mista di storia e leggenda che spinge ad inoltrarsi nell’isola dove si può ammirare il "tophet", un’area sacra dove i Fenici solevano fare sacrifici agli dei.